Contenuti e autorevolezza. Il caso UX di Style.com.

Parlando di UX(User Experience), è notorio quanto i contenuti e l’autorevolezza siano valori fondanti per costruire una presenza web solida e, soprattutto, accreditata.

 

Lo sa bene il colosso Condè Nast(vedi fashion e lusso), autorità riconosciuta ed indiscussa a livello mondiale in fatto di belle cose – interpretate dalle donne più belle del mondo – e di bella vita.

 

Così ha pensato bene di capitalizzare i contenuti editoriali, in particolare giornalistici, delle redazioni facenti parti del gruppo.

 

Parliamo di Vogue con Vanity Fair e GQ per il fashion, AD per arredamento e design, Traveller per viaggi. Di lusso, ovviamente.

 

 

 

Contenuti_e_autorevolezza._Il_caso_UX_diStyle.com_COP.jpg

 

 

 

Quindi, rivolgendosi ai propri buyer persona(v. Inbound Marketing Hubspot), Condè Nast sta lanciando in Francia il portale Style.com(non ancora online) dedicato all’e-commerce, nel quale i circa 300 milioni di visitatori dei siti web del gruppo potranno scegliere ed acquistare comodamente i prodotti più trendy e più chic con un semplice clic.

 

Fin qui, direte, niente di nuovo.

 

Allora, qual è la novità?

 

La novità di Style.com è che i contenuti e l’autorevolezza di cui godono le testate del gruppo sono le vere molle che consigliano e spingono agli acquisti i propri clienti, accompagnati nel percorso da esperti e guru di moda e stile di casa Condè Nast.

 

 

Contenuti e autorevolezza. Il caso UX di Style.com Vogue

 

 

Si vocifera di un esercito di 150 collaboratori di Style.com che armati di contenuti e di buoni consigli selezioneranno quanto di meglio del fashion si possa acquistare online.

 

In breve, la dinamica di acquisto è la seguente: si acquista e si perfeziona la transazione sul sito di Condè Nast che trattiene una provvigione dal 10 al 25%.

 

Ma, non essendoci in Style.com nè magazzino nè consegne, l’ordine viene girato direttamente all’azienda produttrice che si occuperà fisicamente della consegna al cliente, a casa oppure in negozio, secondo i desiderata del cliente stesso.

 

Deve essere  sembrata un’ottima occasione di business anche a Gucci e Dior, emblemi del lusso per eccellenza, che hanno siglato un accordo con Style.com.

 

Considerando che nel 2015 in Europa l’e-commerce del fashion valeva 455 miliardi di euro  con una crescita del 13,3% rispetto all’anno precedente, si comprende come questa iniziativa sortirà effetti sul mercato a dir poco deflagranti.

 

Da qui a fare extension line, ovvero e-commerce su viaggi ed arredamento di lusso, il passo è breve…

 

E’ grandioso poter fare business offrendo in sostanza una sorta di fashion consultation, contando “semplicemente”(si fa per dire) sui contenuti e l’autorevolezza acquisiti, magari costruiti su carta e successivamente trasferiti sul web.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contenuti e autorevolezza. Il caso UX di Style.com. Ultima modifica: 2016-09-27T14:30:32+02:00 da Daniela Graziani