Google’s Art ed il team Copy & Code hanno lavorato con Mountain Dew, BBDO NY e Worldwide per capire quali sono i video pubblicitari che piacciono di più sul mobile e come la visualizzazione di questi influisce sulla brand awareness.
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Native Advertising per massimizzare l’engagement Il Native Advertising con il suo essere “liquido”, con la possibilità di essere sempre contestualizzato con pertinenza agli occhi dell’utente e essendo caratterizzato da strutture grafiche, stili e linguaggi che si integrano alla perfezione con il sito che lo ospita (evitando quindi di ricadere nel fenomeno della banner blindness) può..
L’Official Partner Program, un nuovo servizio che Twitter mette a disposizione, per aiutare a gestire il proprio business nel Social da un punto di vista di promozione del brand e di vendita.
Il Profilo Privato e la Pagina Pubblica sono stati pensati da Facebook con obiettivi e finalità differenti.
Chi non conosce la mitica Vespa o la storica Fiat 500? Chi non ha sentito parlare di questi due brand storici italiani?
Le persone usano i motori di ricerca online per soddisfare il proprio bisogno di informazioni, sugli argomenti più disparati. Ma su cosa cliccano gli utenti?
Dal modello decisionale classico a ZMOT: Zero Moment of Truth Prima dell’avvento delle tecnologie basate sul web, l’esperienza di acquisto vedeva delinearsi tre fasi principali: Stimolo: il consumatore riceve uno “stimolo” da una campagna pubblicitaria. First moment of Truth (FMOT): si tratta del momento dello “scaffale”, nel quale avviene la scelta tra le diverse opzioni disponibili…
Sappiamo bene che la community aziendale esterna è un obiettivo da perseguire per coinvolgere i clienti o fan all’interno della storia del brand. Le persone vogliono sentirsi partecipi, vogliono poter scegliere, esprimere un’idea, un pensiero, vogliono quindi partecipare attivamente. Ma perché non dirottare queste dinamiche anche all’interno del brand, nella sua struttura, nel suo organigramma attraverso una..
Più persone e meno brand, ecco il nuovo algoritmo di Facebook.
Nell’era in cui il “passa parola” può trasformarsi attraverso i media in uno strumento potentissimo e dalla risonanza esponenziale, le aziende dovrebbero essere sempre più attente all’opinione che le persone hanno di loro.