Più di 4 miliardi di persone sono ancora fuori dalla Rete Internet. L’Italia è decima per numero di connessioni, con una velocità media di 5,6 Mbps.

La Rete è un potente strumento di inclusione e, vista l’idea di nodi tra loro collegati che richiama e il grande potenziale in termini di capillarità di diffusione che possiede, si è portati a pensare che i suoi servizi siano un beneficio alla portata di tutti. Lo stesso acronimo www (world wide web) sembra indicarne l’estensione universale sotto forma di invisibile ragnatela globale.

Ma non è proprio così. Infatti secondo il Rapporto sullo Stato di Internet di Akamai, più della 1/2 della popolazione mondiale è ancora tagliata fuori dal Web. I dati, aggiornati al quarto trimestre dello scorso anno, presentano un mappamondo spezzato in due: “Nel corso del 2014 abbiamo assistito a una crescita generale in tutte le principali metriche relativamente a connettività Internet, adozione della banda larga e preparazione al 4K“, dice David Belson, responsabile dello studio. “I trend positivi non devono però far dimenticare che nel mondo ci sono ancora 4,4 miliardi di persone che non hanno accesso a Internet, il che conferma la necessità di intensificare gli sforzi per realizzare una infrastruttura Internet veramente globale“.

Parlare di accesso alla Rete come di una commodity è ancora un miraggio in molte parti del pianeta. La penetrazione di Internet è tuttavia in aumento. Negli ultimi quattro mesi del 2014, oltre 800 milioni di indirizzi IPv4 si sono connessi alla Akamai Intelligent Platform, dVa ma 239 Paesi diversi. L’Italia si piazza in decima posizione nella top ten globale, con un totale di oltre 18 milioni di indirizzi connessi (18.783.459).

Tra i primi dieci Paesi, Regno Unito e Sud Corea hanno mostrato l’aumento più consistente (+8,1% e +6,6% rispettivamente) rispetto al trimestre precedente, mentre in Europa per viaggiare rapidi bisogna guardare a nord: con una velocità media di 14,6 Mbps la Svezia ha superato la Svizzera (14,5), posizionandosi al primo posto e mettendo in fila anche Paesi Bassi, Irlanda, Repubblica Ceca, Finlandia, Danimarca, Romania, Norvegia, Regno Unito e Belgio (tutti sopra i 10 Mbps).

La velocità media di connessione in Italia raggiunge i 5,6 Mbps, con un balzo in avanti del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il picco di velocità media è pari a 26,9 Mbps (+22%), inferiore rispetto ai 44,3 Mbps del Portogallo (+1,3%) e ai 67 della Romania (+14%). L’Austria, con +9,4%, è l’unico Paese europeo con una crescita annua inferiore al 10%, all’estremo opposto c’è la Finlandia con +40%. In aumento anche l’adozione della banda larga (>4 Mbps): in Italia ha raggiunto il 61% ed è salita del 4,6%. Per quanto riguarda invece quella ultra larga restiamo l’unico Paese insieme a Turchia, Emirati Arabi Uniti e Sud Africa in cui il tasso di adozione rimane inferiore al 10%.

Ad oggi solo il 5,7% degli italiani utilizza connessioni al di sopra dei 10 Mbps (contro il 56% di Svizzera e Paesi Bassi, e il 55% della Romania). Un miglioramento c’è (+8.6% sul trimestre precedente) ma non ancora in linea alla velocità a cui viaggiano le nuove reti. Per quanto riguarda il 4K infatti (e cioè connessioni da almeno 15Mbps, così chiamate proprio perché i flussi Ultra HD a bitrate adattivo richiedono velocità vicine ai 20 Mbps) siamo fermi al 2,2% di utilizzatori, e al 45esimo posto a livello mondiale. I tassi maggiori di diffusione si registrano in Svezia (31%), Svizzera e Paesi Bassi (appaiati al 30%), quelli di crescita in Romania (+320%), Portogallo (+204%) e Spagna (+102%).

Meglio invece lo sviluppo del mobile. La velocità media di connessione raggiunge i 5,2 Mbps: primo in classifica è il Regno Unito con 16Mbps e seconda la Danimarca con 8,8 Mbps. I picchi medi vanno invece poco oltre i 41Mbps, rispetto ad una forbice amplissima, che va dai 157,3 Mbps di Singapore ai 7,5 dell’Argentina. Ulteriori aumenti sono infine previsti sull’onda della maggiore diffusione di tecnologie come l’ LTE advanced (con connessioni fino 225Mbps previste nel 2015). Smartphone e tablet si confermerebbero così strumenti non solo sempre più performanti ma anche essenziali nel processo di diffusione della Rete. Soprattutto per i 4,4 miliardi di persone che ancora non possono farne uso.

Oltre mezzo mondo è escluso da Internet. Ultima modifica: 2015-04-28T12:25:46+02:00 da Ileana Somma