In un mondo sempre più digitale, l’accessibilità non è solo una questione tecnica: è una questione di diritti.
Garantire che i servizi digitali siano fruibili da tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità, è oggi un obbligo normativo, ma anche un’opportunità per costruire un web più inclusivo.
In questo articolo esploriamo il quadro normativo sull’accessibilità digitale, con particolare attenzione alla legislazione italiana e agli standard europei, e offriamo spunti pratici per adeguarsi in modo efficace.
Cos’è l’accessibilità digitale?
L’accessibilità digitale si riferisce alla capacità di un sito web, un’app o un servizio digitale di essere utilizzato efficacemente da chiunque, comprese persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.
Un’interfaccia accessibile consente la navigazione tramite tastiera, è compatibile con i lettori di schermo, offre contenuti comprensibili e visivamente chiari.
Il quadro normativo europeo: la Direttiva UE 2016/2102
La Direttiva europea 2016/2102, recepita in Italia dal Decreto legislativo 106/2018, ha rappresentato un punto di svolta.
Essa stabilisce che i siti web e le applicazioni mobili della pubblica amministrazione devono essere accessibili secondo i criteri WCAG 2.1 (Web Content Accessibility Guidelines), almeno al livello AA.
Tra gli obblighi previsti:
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Adozione della dichiarazione di accessibilità pubblicata sul sito istituzionale;
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Monitoraggi periodici sull’accessibilità;
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Meccanismi di feedback per segnalare barriere digitali.
Il ruolo di AGID e il modello italiano
In Italia, il riferimento normativo principale è il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD), aggiornato per includere le disposizioni sull’accessibilità.
L’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) ha il compito di definire le linee guida, gestire l’elenco degli enti soggetti agli obblighi e vigilare sull’attuazione.
Le Linee guida sull’accessibilità degli strumenti informatici, aggiornate periodicamente da AGID, includono:
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Requisiti tecnici per siti web e app;
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Obblighi formativi per il personale;
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Indicazioni per il design inclusivo.
Accessibilità digitale nel settore privato: cosa cambia dal 2025
Con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act (Direttiva UE 2019/882), a partire dal 28 giugno 2025 anche alcune imprese private (tra cui e-commerce, banche, operatori del trasporto e editori di e-book) dovranno garantire l’accessibilità dei propri servizi digitali.
Un cambiamento epocale che richiede un’adeguata pianificazione tecnica e organizzativa.
Come adeguarsi: buone pratiche operative
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Audit di accessibilità: una verifica tecnica dei propri sistemi digitali per individuare criticità.
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Formazione del team: sviluppatori, designer e content manager devono conoscere i principi dell’accessibilità.
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Progettazione inclusiva: adottare il paradigma del design universale sin dall’inizio dei progetti.
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Testing con utenti reali: coinvolgere persone con disabilità nei test di usabilità per validare le soluzioni adottate.
L’accessibilità digitale non è solo un adempimento normativo: è un investimento in inclusione, reputazione e qualità del servizio.
Per enti pubblici e aziende, abbracciare l’accessibilità significa costruire un futuro digitale davvero aperto a tutti.
Telemaco supporta organizzazioni pubbliche e private nei percorsi di trasformazione digitale accessibile.
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